28 Settembre 2018
Il training quale elemento essenziale di un efficace sistema 231.
231: I tools utilizzati da omniapart per il suo know how
La tematica di recente affrontata da autorevoli commenti (vedi link in calce), circa l’ottica di lettura del Decreto 231 che vuole coniugate forma e sostanza al fine di attribuire i giusti merito e funzione ad una norma che, anche se alla vigilia della maggiore età, ha ancora tanto da dire, non può prescindere dall’analisi di una tessera fondamentale del mosaico.
In linea di continuità, quindi, nel tracciato verso la consapevolezza della portata della norma, non si può prescindere dalla descrizione di uno degli adempimenti che contribuiscono in misura determinante all’efficace tenuta di un Modello Organizzativo dinamico, costituito dalla formazione delle risorse umane attive in azienda.
Relativamente a tale “adempimento” il Decreto 231 non contiene indicazioni, ma all’art.6 stabilisce che il modello organizzativo, per avere efficacia esimente, deve essere adottato ed efficacemente attuato dall’organo dirigente.
L’efficace attuazione, prevede il corollario che i dipendenti di un’organizzazione che si sia dotata di un modello organizzativo gestionale, siano periodicamente formati, sulla verità giuridica precedentemente dimostrata che prelude al corollario, ovvero che l’ente di cui sono dipendenti può essere dichiarato responsabile in via amministrativa per fatti aventi rilevanza penale di cui essi stessi potrebbero essere potenziali autori e che esiste un modello organizzativo gestionale, nella propria realtà di lavoro, che deve essere conosciuto per essere rispettato nelle sue disposizioni.
Sull’importanza dell’attività formativa sono debitamente intervenuti, da una parte la giurisprudenza, con quello che viene definito il decalogo dei requisiti essenziali per l’efficace attuazione del modello organizzativo prevista all’art.6 del D.Lgs.n.231/01 (Tribunale di Milano, ordinanza del 20 settembre 2004 – link in calce); dall’altra Confindustria, che con le sue Linee Guida evidenzia l’importanza di una efficace formazione “rivolta al personale delle aree a rischio, debitamente tarata in funzione dei livelli dei destinatari” con la descrizione delle modalità di svolgimento delle sessioni.
Volendo sintetizzare i punti salienti, mette conto evidenziare che l’attività formativa va in primis disciplinata all’interno del modello organizzativo per cui è opportuno dedicarvi un apposito capitolo, indicando le materie delle sessioni formative e la categoria di dipendenti cui saranno riferite, diversificando di conseguenza i contenuti e le caratteristiche specifiche di ciascuna sessione.
E’ attività obbligatoria per cui l’azienda deve organizzarla e i dipendenti devono parteciparvi, in guisa che in caso di assenza di uno o più dipendenti devono essere calendarizzate sessioni di recupero; – è altresì attività formalizzata nel senso che la partecipazione deve essere certificata tramite registri firmati dai partecipanti contenenti l’oggetto delle sessioni formative, i moduli trattati, i tempi di esposizione da parte del docente e il materiale utilizzato, l’indice di gradimento e di partecipazione da parte di ciascuno dei discenti, e la descrizione di eventuali criticità da allegare al fine di apportare le opportune correzioni.
E’ opportuno, inoltre, che venga data indicazione circa la comprensione di quanto stato oggetto dell’attività formativa tramite test di valutazione a risposta multipla, da inviare in un momento successivo, strutturati con casi pratici, per cui possono essere programmati anche interventi di chiarimento da parte del docente relativamente agli errori emersi nei test o in alternativa una sessione supplementare per coloro che non hanno realizzato un numero minimo di risposte corrette.
Di non trascurabile importanza è poi la periodicità delle sessioni, per cui sono opportune sessioni annuali o biennali per ciascun modulo, specie per il dipendente particolarmente esposto al rischio di commissione dei reati presupposto o comunque ai vertici dell’ente, destinatari naturali delle prescrizioni fondamentali del sistema 231; sessioni formative da tenersi con lezioni frontali e l’ausilio di slide descrittive dell’argomento trattato o anche a distanza (c.d. “on line”), al fine unico quanto essenziale di raggiungere partecipanti che si trovano in luoghi fisicamente lontani dalla sede principale dell’impresa, normalmente eletta per la tenuta dei corsi formativi frontali.
La formazione a distanza presenta controindicazioni date dall’impossibilità di confronto con il docente e dall’incertezza che il discente on line sia quello tenuto a seguirlo, mentre quella classica in aula, consente l’interazione diretta con i formatori e perché no, un dibattito che non di rado palesa le reali criticità del contesto in cui i dipendenti operano; la preferenza delle sessioni live ha consentito ad Omniapart, quale leader del settore, la maturazione di un’esperienza che vede coniugati il momento formativo, utile ai fini rappresentati e la conoscenza diretta e concreta delle criticità di contesto, utile all’intervento tempestivo onde raccordare ed allineare i canoni del modello organizzativo all’operatività concreta dell’azienda, in un’ottica di economia di tempi, spazi e costi, specie quando la docenza è tenuta da responsabili interni della funzione di compliance o dall’ODV.
Relativamente alla tipologia dei docenti dei corsi di formazione, non vengono date regole standard, ma esistono best practices consacrate dall’esperienza sul campo che hanno restituito evidenze date dall’analisi attenta dei registri delle sessioni formative, grazie alle quali Omniapart ha costruito negli anni uno specifico know how, che le categorie maggiormente performanti sono quelle dei consulenti che hanno partecipato alla predisposizione del modello organizzativo, dei responsabili aziendali delle funzioni legale, di compliance, di internal auditing e non ultimo l’ODV che si presenta come la scelta più indicata in quanto è in condizione di garantire una formazione qualitativamente apprezzabile in virtù delle proprie competenze multidisciplinari, oltre ad essere l’occasione di presentarsi e farsi conoscere dai dipendenti, con l’effetto automatico di facilitare i flussi informativi e quindi favorire il circolo virtuoso a beneficio della dinamicità e quindi efficacia del modello.
http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/dirittoPenale/2018-09-25/il-dlgs-n-23101-forma-e-sostanza-ottica-che-rivaluta-attuale-legislazione-143608.php
http://www.reatisocietari.it/index.php/modelli-organizzativi-e-organismo-di-vigilanza/132-86
avv. Franco Delli Paoli – Senior Executive Ethics & Compliance