Semplifica Magazine



2 Settembre 2019

RICICLAGGIO NEL D.LGS.n.231/2001

Particolare impatto relativamente alla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche ex D.Lgs.n. 231/2001 (art. 25-octies) hanno assunto i delitti di riciclaggio e di autoriciclaggio.

L’introduzione del delitto di riciclaggio disciplinato dall’art. 648-bis c.p., unitamente a quelli di ricettazione ed impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita risale al 2007; il delitto di autoriciclaggio, è stato introdotto nel novero dei reati presupposto solo contestualmente alla sua introduzione nel Codice penale ad opera della L. 186/2014, in vigore dal 01.01.2015.

La Corte di Cassazione Penale con la Sentenza n.3608/2019 ha così sintetizzato il  delitto di riciclaggio, che dovrà ritenersi integrato laddove, fuori dalle ipotesi di concorso nel reato, si realizzino condotte di sostituzione o trasferimento di denaro, beni o altre utilità provenienti dalla commissione di un delitto non colposo, ovvero si compia in relazione ad essi altre operazioni, al fine di ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa.

Risponde pertanto di riciclaggio, colui che compia operazioni “consapevolmente volte ad impedire in modo definitivo od anche a rendere difficile l’accertamento della provenienza delittuosa del denaro, dei beni o delle altre utilità”.

La Corte di legittimità invece sintetizza il delitto di autoriciclaggio, stabilendo la rimproverabilità delle condotte poste in essere dall’autore (o concorrente) del reato presupposto, attraverso operazioni di natura economica, finanziaria, imprenditoriale o speculativa, volte ad ostacolare concretamente la provenienza delittuosa del denaro, dei beni o delle altre utilità conseguite.

La giurisprudenza ha sciolto il nodo relativo alle problematiche di individuazione della sfera di intervento e soprattutto nel delimitarne i confini e segnarne le differenze con il più grave (e preesistente) reato di riciclaggio.

La lotta alle condotte di dissimulazione della provenienza illecita dei capitali ricopre un ruolo pregnante nel panorama politico-criminale attuale, in ragione dell’estrema portata offensiva di tali delitti.

L’individuazione degli elementi costitutivi dei reati in esame e la loro delimitazione precisa e univoca dell’ambito di intervento assumerà rilevanza non solo in ottica repressiva, bensì anche in relazione alla predisposizione di idonei Modelli di organizzazione e gestione volti a prevenire, il rischio di commissione delle stesse.

Sarà di fondamentale importanza l’aggiornamento e l’adeguamento, attraverso la corretta analisi dei rischi e l’innovazione dei protocolli preventivi che renderanno efficaci il Modello 231, il quale dovrà essere correttamente armonizzato con l’intero sistema di gestione integrato.

Articolo dell’avv. Veronica Fernandes